NEL CUORE DELLA ROMAGNA: BERTINORO E IL SANTUARIO DELLA MADONNA DEL LAGO

09.03.2014 18:18

PREFAZIONE

"Ciò che il Vangelo ci dice mediante la parola, l'Icona ce lo annuncia me­diante i colori e ce lo rende presente".

Questa affermazione dei Padri del Concilio Costantinopolitano IV (869) trova la sua conferma in chi contempla l'Icona della Madonna del Lago: la preghiera sorge spontanea dal cuore, perché quel volto dolcissimo fa sentire come si sia alla presenza di una Madre, che è Madre del Cristo che ha in braccio e Madre nostra. Don Giovanni Alessandrini con questo suo lavoro, che ci racconta tutto quello che è stato scritto sulla Icona e sul suo Santuario, ha fatto un vero dono alla nostra comunità ecclesiale e a quanti sono attenti ai valori religiosi, storici, artistici, e lo ha fatto in un momento particolarmente impor­tante, perché è appena iniziato l'Anno Mariano, che è un'occasione forte per un cammino di fede sull'esempio della Madonna, e perché la realtà diocesana si è ampliata notevolmente con la fusione delle due diocesi di Forlì e Bertinoro in un'unica diocesi.

Se la Madonna del Lago è ora patrona principale della diocesi di Forlì-Ber­tinoro è necessario che sia conosciuta, che si venga a contatto con la sua im­magine, la sua storia, il culto che da tanti secoli le è filialmente tributato.

"Nel cuore della Romagna: Bertinoro e il santuario della Madonna del Lago" dà questa conoscenza con la ricchezza delle notizie criticamente vagliate, con l'abbondanza delle fotografie, che hanno lo scopo di mettere in evidenza come l'icona e il suo Santuario proprio per la devozione dei fedeli siano riusciti a vincere, per dirla con Orazio, l'innumerevole succedersi degli anni e la fuga delle stagioni.

Grazie a Don Giovanni per questa sua fatica, che è espressione del suo amore alla Madonna e al Santuario, che tante sollecitudini gli ha procurato in questi anni per i suoi restauri, e un grazie particolare alla Cassa Rurale e Artigiana di Forlimpopoli, che si è assunta la spesa della pubblicazione, dimostrando ancora una volta la sua sensibilità culturale e religiosa e la sua politica di una presenza nel territorio aperta ai valori che fanno parte della tradizione della comunità.

Mons. Giuseppe Fabiani

 

Brani estratti dal libro

Nel cuore della Romagna: Bertinoro e il Santuario della Madonna del Lago.

Di don Giovanni Alessandrini con la collaborazione di Barbara Alessandrini.

 

La leggenda

Nei pressi del luogo dove sorge il Santuario della Madonna del Lago c'era fino al '700 epoca in cui venne prosciugato, un lago, la cui esistenza spiega l'origine della denominazione della località «Lago» che si è con­servata fino ai nostri giorni.

Al lago era legata la leggenda di S. Ruffillo, il primo vescovo di For­limpopoli nel 330, che liberò il territorio circostante da un drago ed al quale, successivamente, la Vergine apparve sulle acque del lago. Ma il sorgere del Santuario è soprattutto legato ad una bella immagine della Madonna dipinta su tela aderente ad una tavola di quercia, di provenienza orientale; la stessa immagine che ancor oggi si conserva nella Chiesa.

La leggenda vuole che questa icona bizantina fosse tratta in salvo dal rogo durante la lotta iconoclasta (e a testimoniare questa vicenda ci sa­rebbero i segni lasciati dalle fiamme, dato che la parte inferiore della tavola presenta ampie bruciature...) e che un monaco camaldolese la portasse nella Badia di Urano, oggi non più esistente ma fin dal sec. X° molto importante nel territorio di Bertinoro. Sempre la leggenda, racconta che qualche tempo dopo la tavola scomparve dall'Abbazia e la mattina seguente fu ritrovata sulle acque del lago dove secoli prima era apparsa a S. Ruffillo; riportata ad Urano per altre due volte si ripeteva la «fuga» nel vicino territorio.

Fu così, che nei pressi del lago, gli abitanti costruirono fin 'dagli anni precedenti al 1000 una piccola cappella per il culto della Vergine.

Un po’ di storia

Le prime notizie sull'esistenza di una Chiesa del Lago ci vengono dal Vecchiazzani secondo il quale nel novembre del 1181 il vescovo di For­limpopoli concesse questa chiesa ai Frati Camaldolesi (nella persona di Don Placido, tredicesimo priore dell'Ordine).

Una lapide '700esca all'interno dell'attuale chiesa parla di una costru­zione nel 1262. Il Rosetti la vuole invece «fabbricata e consacrata nel 1279 da Ravaldino, vescovo di Forlimpopoli, per riporvi un'antica imma­gine della Madonna, già in onore in un vicino oratorio».

E’ comunque certo che alla metà del 1200 circa l'immagine fu traspor­tata dalla Badia di Urano (il «vicino oratorio») nella Chiesa del lago e che nel 1279 ci fu la consacrazione del Santuario nella domenica dopo l'A­scensione. Da allora la festa della Madonna, che è anche la Patrona di Bertinoro, si celebra sempre in questa domenica.

 

La chiesa della Madonna del Lago

Il Santuario appartenne fino al periodo napoleonico, quando passò al clero, ai frati camaldolesi i quali ne promossero i successivi ampliamenti e le modificazioni che trasformarono completamente il suo aspetto originario con l'abside orientata ad est, come tutte le prime chiese cristiane, quindi alla sinistra dell'attuale abside. I recenti restauri lasciano vedere sul lato est dell'edificio le parti della costruzione originaria, inoltre in questa stessa parte della chiesa durante gli scavi per i lavori di consolidamento sono state messe alla luce le tracce dell'abside primitiva in blocchi piuttosto grandi di arenaria di cava locale, il cosiddetto «spungone».

L'aspetto attuale è però legato al periodo settecentesco, quando (1702 - 1714) furono eseguiti i lavori più importanti di risistemazione e abbelli­mento (1761 - 1796).

La chiesa, pur non avendo uno stile proprio, ha nel complesso un aspetto gradevole: Antonio Corbara, sottolineando il carattere barocchetto della decorazione, dice che la chiesa ha nel suo insieme un aspetto quasi di moschea o di chiesa bizantina orientale.

La pianta è a croce greca, con tre navate ed archi che appoggiano su quattro pilastri e otto colonne laterali.

La zona presbiteriale è coperta da una cupola ornata da una bella de­corazione e stucchi: la cupola è divisa in quattro scomparti altrettanti co­stoloni ai piedi di ciascuno dei quali sta seduto un angelo. In ogni scom­parto sono raffigurati degli angeli in volo fra nubi; in uno di essi gli angeli circondano l'Assunta ed in un altro un Santo con un libro in mano. Questi stucchi furono eseguiti dalla bottega dei Martinetti, luganesi ma attivissimi in Romagna nella seconda metà del '700: essi eseguirono anche gli stucchi che ornano la chiesa di S. Antonio a Civitella di Romagna.

Nel Santuario del Lago questa decorazione si inserisce nel periodo ap­punto della metà del '700 che comprese le opere di abbellimento.

Sempre nella zona dell'altare maggiore, ai suoi lati, la stessa bottega eseguì due pannelli a bassorilievo che narrano due episodi di cui è prota­gonista la Madonna del Lago: in uno vediamo la Vergine in mezzo a due file di prelati (forse si allude alla allora recente incoronazione da parte del Capitolo nel 1705); nell'altro è rappresentato il leggendario salvataggio dal rogo iconoclasta.

(1)  Sono dei fratelli Martinetti luganesi di origine, attivi in Romagna nel sec. XVIII.

(2)  Il Corbara vi vede Nestorio; potrebbe essere l'eresiarca Ano cacciato da due angoli, uno dei quali impugna una robusta freccia e l'altro sventola lo stendardo con su scritto «Mater Dei».

In un sacello dietro l'altare è conservata l'immagine della Madonna del Lago.

La costruzione del Santuario viene collocata da qualcuno ai secoli XI° e XII°. Altri ancora (Corbara, Pasi, Piraccini) la fanno risalire al secolo XIII°, altri ancora addirittura al XIV° secolo.

Noi non siamo degli esperti, però, la presenza di una cappella (docu­mentata) negli annali camaldolesi (documento attendibile e insospettabile) e un primo Santuario intorno al 1162, rendono problematiche le ultime collocazioni, a meno che non si voglia pensare all'esistenza di due immagini, una delle quali andata irrimediabilmente perduta.

Dice O. Piraccini che nel 1262, quando la chiesa fu eretta Santuario, l'immagine fu portata al Lago. Ci sembra inesatto: l'immagine era già al Lago. Dopo la breve permanenza a S. M. d'Urano, l'immagine è stata sempre in questi luoghi, prima nella cappellina donata ai camaldolesi (1181) poi nel Santuario più volte ampliato e arricchito. È molto difficile accettare il XIII° e il XIV° secolo: i documenti sono troppo evidenti. L'Albertini della Camera di Commercio, con un occhio ai documenti e uno agli esperti, suggerisce un'età di mezzo, dal XI° verso il XII°.

Che importanza hanno de date? Forse i devoti non se lo chiedono.

Un fatto è certo: se gli annali camaldolesi sono attendibili (perché du­bitarne?) nel 1181 quando il vescovo di Forlimpopoli donò la chiesetta del Lago ai camaldolesi, l'immagine aveva già dietro di se una storia e una leggenda, quindi... già in quella data era considerata antica.

Fra i tanti pareri espressi, abbiamo riportato anche quello dell'esperto greco-ortodosso C. Piralis, pittore valente di icone, che, dopo avere esa­minato a lungo, estasiato e ammirato, l'immagine, ha scritto un breve pro-memoria ma si è rifiutato di dare una valutazione sull'età del dipinto, facendo intendere che per questa immagine c'è il pericolo di cadere in clamorosi errori.

 

Madonna del Lago

L'immagine della Vergine col Bambino dipinta su tela dorata, ora an­nerita dal tempo, fatta aderire ad una tavola di quercia è una icona bizan­tina, anche se non si sa niente di preciso circa il modo in cui giunse dal­l'Oriente. Essa risale al periodo dell'iconoclastia (VIII° sec.) come alcuni studiosi affermarono rifacendosi al giudizio di Terenzio Monti, i cui scritti si conservano nell'archivio della chiesa.

Dopo il recente restauro, l'immagine si presenta oggi in tutta-la sua bellezza: i due volti della Madre e del Bambino sono vicini secondo l'iconografia bizantina dell'Eleùsa: ai due lati dell'immagine si leggono le sigle greche «MP-OV» (Madre di dio).

La Madonna è rappresentata in trono e misura oltre un metro di al­tezza. Della tavola è in vista però solo la parte superiore: quella inferiore è ricoperta da una bella lamina d'argento finemente lavorata, probabilmente da un artigiano romagnolo. Reca incisa la data di esecuzione (1741). Anche la cornice in legno intagliato e dorato appartiene alla stessa epoca ed è opera di un bravo artigiano locale.

 

Madonna del Lago attraverso i secoli

Il culto della Madonna del Lago si è conservato molto vivo nel tempo fra gli abitanti del Lago e di tutta Bertinoro, arricchendone le tradizioni e le manifestazioni di cultura. L'immagine della Madonna fu ad esempio ri­prodotta e rielaborata attraverso i secoli da altri pittori ed anche dagli an­tichi ceramisti della scuola faentina; due esempi di questa produzione sono conservati nel Seminario Vescovile: una terracotta del XVIII"  secolo si trova nel muro di una scala secondaria ed un'altra in una parete del cortile sopra una porta. Ma l'immagine della Vergine del Lago, patrona di Bertinoro, si trova ancor oggi un po' dovunque nel territorio circostante, dalle abita­zioni private (fino a non molto tempo fa la maggior parte delle case di Bertinoro conservava una di quelle terrecotte murata sulla porta di ingres­so...) alla torre civica che ne accoglie la statua in una nicchia, alle stele votive sparse lungo le strade.

Nel 1636 1'immagine della Madonna fu trasportata solennemente con partecipazione del clero e della popolazione dal Santuario alla Cattedrale di Bertinoro per la prima volta. Da allora i «trasporti solenni» sono regi­strati nella storia del Santuario e della città di Bertinoro: se ne contano una ventina in occasione di calamità, soprattutto terremoti, per avere la protezione della Vergine, oppure in ringraziamento di grazie ricevute. A questo proposito si conservano stampati nel 1941, gli inni composti in oc­casione dei trasporti degli anni 1923, 1930, 1941. Essi sono illustrati dalla raffigurazione della Madonna con la corona che il Capitolo Vaticano le aveva attribuito nel 1705. Oggi, però, essa non è più visibile essendo stata rubata alcuni anni fa.

Oltre agli inni, nell'archivio della Chiesa si conserva il testo di un'antica Messa appositamente scritta per la Madonna del Lago.